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Storia delle Baronie

Le Baronie dalle origini ad oggi

Per comprendere la storia delle Baronie è necessario ripercorrere le origini della suddivisione del territorio sardo praticata già dalla civiltà nuragica, insediatasi sull'isola fin dal 1500 a.C.

Tale società era costituita da popolazioni diverse per origine ed etnia distinte in tribù, ognuna delle quali viveva in zone ben definite da confini protetti con mura e torri d'avvistamento. Secondo alcuni ricercatori tale funzione di difesa del territorio sarebbe stata assolta dai nuraghes, i celebri monumenti a forma di tronco di cono costituiti da cumuli di pietre disposte in modo da formare cerchi di diametro via via inferiore.

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Le suddivisioni del territorio praticate dalle tribù nuragiche si protrassero nelle fasi storiche successive ed anche l'impero bizantino procedette alla spartizione dell'isola in quattro zone affidate ad altrettanti lociservatores, funzionari incaricati di gestire l'amministrazione che vennero ad acquisire un'autonomia sempre più significativa fino a raggiungere un'autonomia completa.

Nacquero così i giudicati, regni indipendenti che prosperarono fra il IX ed il XV secolo. Tali stati erano suddivisi dal punto di vista amministrativo, fiscale e giudiziario in curatorie governate da funzionari di nomina regia e sottoposti ad un patto con il popolo al quale era riconosciuto il diritto di detronizzare o addirittura di uccidere il detentore del potere che avesse valicato i limiti della legge. Nell'epoca giudicale la regione era suddivisa in quattro stati indipendenti e la zona delle Baronie rappresentava la parte meridionale del regno di Gallura che aveva posto la sua capitale a Bitti, città che nel XIV secolo entrerà a far parte del Giudicato di Torres.

La separazione delle Baronie dal Regno di Gallura avvenne nel successivo periodo aragonese quando ai giudicati subentrò il dominio spagnolo che nel 1297 si impose sull'isola introducendo anche il sistema feudale. L'autonomia e la sorveglianza esercitata dal popolo sui governanti sperimentata con i giudicati venne a rappresentare un lontano ricordo e la regione fu sottoposta ad un regime feudale oppressivo e in tale situazione, aggravata dagli strascichi delle guerre per il controllo dell'isola e dai continui attacchi di pirati, prosperarono fenomeni di banditismo diffuso.

Le città sarde divennero oggetto di scambi commerciali tra il Sovrano e ricchi uomini che ambivano all'ottenimento di cariche prestigiose ed emblematica appare la figura di don Salvatore Guiso, insignito del titolo di Barone nel 1448, il quale acquistò i territori di Galtellì, Orosei, Loculi, Onifai, Irgoli, Lula e Dorgali, che verranno a costituire la parte meridionale delle Baronie (anche se Lula e Dorgali non riconobbero tale appartenenza ritenendosi zone della Barbagia). Il nobile stabilì la sua residenza nel Castello di Pontes, situato a Galtelli, e i suoi discendenti governarono sulla zona per circa 400 anni.

La nascita della Baronia settentrionale è invece legata a Nicolò Carroz il quale ricevette nel 1431 l'investitura a Barone di Posada da parte del re Re Alfonso V di Aragona e regnò sulle città di Torpè, Mandas,Terranova, Lodè e Siniscola.

Anche in seguito le Terre dei Baroni continuarono ad essere amministrate da feudatari motivati a raggiungere un immediato guadagno personale a scapito dello sviluppo del territorio che nel momento dell'annessione al Regno di Sardegna riversava in una situazione economica e sociale nettamente arretrata rispetto quella di altre regioni.

Un editto del 1836 pose fine al sistema feudale e alla giurisdizione dei baroni, ma tali riforme non portarono ad un immediato miglioramento ed anche l'unificazione italiana determinò sentimenti contrastanti nella popolazione. Alcuni sardi manifestarono la loro estraneità al resto della penisola rivendicando la propria utonomia e guardando con benevolenza ai banditi, chiamati balentes, (coraggiosi) ai quali è anche dedicato il santuario campestre di San Francesco a Lula.

baronie.it

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